Levigatura del Metallo
La brunitura è una forma molto antica di levigatura del metallo che, in tempi remoti, veniva applicata soprattutto su oggetti in oro, oppure ricoperti da sottilissime lamine d'oro, per esaltarne la lucidità.
Normalmente, in passato come adesso, la brunitura si effettuava con uno strumento appuntito (brunitoio) la cui forma, con il manico in legno, ricorda un grosso pennarello, ma la punta ricurva era costruita con materiali duri come l'osso o l'agata; più diffuso in tempi recenti che nell'antichità era poi l'utilizzo dell'ematite.
Oggi, per la maggior parte, la punta del brunitoio viene realizzata in agata che viene preferita perché, essendo una pietra molto liscia, permette di eliminare perfettamente l'opacità dell'oro. Inutile dire che, per questo tipo di lavorazione, è di fondamentale importanza la totale integrità della pietra impiegata poiché, anche la più minima ed insignificante scalfittura potrebbe compromettere e vanificare tutto questo accuratissimo lavoro.
Come si faceva anticamente, il brunitoio veniva passato più volte con leggerezza sul pezzo in modo da grattare via tutte le imperfezioni. La mano del brunitore deve essere ferma e mantenere il più possibile una pressione costante al fine di rendere maggiormente omogeneo il risultato finale che, al termine dell'operazione, ne guadagnerà in lucentezza e precisione, senza poi contare il notevole miglioramento dell'impatto visivo.
Gli angoli e le scanalature del pezzo richiedono, ovviamente, una maggiore attenzione ed uno strumento adatto, non solo per i motivi che si possono ben comprendere ma anche perché, specie oggi, la brunitura, intesa come levigatura, mira anche a preparare il materiale per successive lavorazioni che richiedono uguale precisione ed accuratezza.